Roma Lido, il distanziamento sociale è tra un treno e l'altro: corse saltate e treni pieni
Venerdì il servizio è stato modificato più volte con corse a 25 minuti l'una dall'altra
Non fa più notizia se non fosse che, solamente pochi giorni fa, Atac con una nota aveva sottolineato i buoni risultati ottenuti. Ed invece, puntualmente, i fatti parlano più delle parole.
L'ultimo giorno di luglio, quello da bollino rosso per l'emergenza caldo a Roma, è stato duro per i 'forzati' della Roma Lido, la tratta che collega Ostia a Roma in entrambi i sensi di marcia.
Tante le modifiche agli orari dei treni, le cosiddette rimodulazioni, che hanno portato le corse fino a 25 minuti di distanza l'uno dall'altra. Un distanziamento che, ai tempi del coronavirus, non è più tra le persone ma tra i treni.
La conseguenza, in barba alle misure di contenimento, è presto detta: banchine piene, treni colmi, passeggeri ammassati, caldo torrido, aria condizionata assente e sedute occupate senza lasciare gli spazi vuoti come da norma.
Non è difficile incontrare tre persone sedute nei seggiolini che al massimo dovrebbero ospitare due passeggeri. In mezzo una serie di altri utenti. Puntualmente assembrati.
Ma qui, sulla Roma Lido, come dice chi la frequenta "è tutto normale, la zona è franca e nessuno controlla. Il distanziamento non esiste più. Siamo alla Fase 6", ironizza Daniele che a RomaToday aggiunge: "Sono abbonato Atac, perché l'alternativa non esiste".
La versione di Atac
E proprio l'azienda di trasporti romana il 24 luglio aveva pubblicato una nota per fare il punto sulla tratta: "Nel periodo fra il 18 maggio e il 22 luglio Atac ha erogato complessivamente il 92,2% delle corse previste dal programma di esercizio. Questo risultato è stato ottenuto limitando al massimo la perdita di corse, in gran parte dovuta alla vetustà dei mezzi che, contrariamente a quanto riportato da notizie di stampa, sono tutti dotati di impianto di aria condizionata funzionante. Il caso riportato nell'articolo di un treno che ha viaggiato senza aria condizionata si è verificato una volta sola e il personale di bordo ha preferito arrivare a destinazione, per minimizzare il disagio, piuttosto che evacuare il treno. Altrettanto errato è che salti una corsa su tre, come viene riportato. Se fosse vero, infatti, le corse erogate sarebbero il 66% del totale e non il 92%".
"Vero è, al contrario, che i treni in dotazione - 8 CAF e 7MA200 - scontano un problema di vetustà, tanto che il 90,6% delle corse perse è stato provocato da problemi ai rotabili, mentre quelle non effettuate per mancanza di personale sono state appena il 3,3% del totale delle corse perse. Infine, si sottolinea che l'aumento dei flussi di passeggeri, che si è registrato da maggio a luglio, rimane comunque coerente con le norme che impongono di non riempire i treni più del 50% della loro capienza".