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Ostia, pesci morti nel canale di bonifica e in spiaggia: scattano i controlli

All'altezza di via del Sommergibile, evidentemente a causa delle forti mareggiate di questi giorni, è stato trasportato dalle correnti dal Tevere fin lì un pesce siluro

Serie di pesci morti a Ostia. Due episodi diversi che hanno fatto scattare le proceduere del caso. Il primo ritrovamento è stato quello di un pesce siluro trovato sul tratto di spiaggia libera all'altezza di via del Sommergibile, arrivato a causa delle forti mareggiate di questi giorni e trasportato dalle correnti dal Tevere fin lì.

A raccontare il fatto il vice presidente del X Municipio Alessandro Ieva: "Chiamato dalla Capitaneria di Porto mi sono recato subito sul posto, insieme a me la Presidente del Consiglio Catia A Guerreschi e il Consigliere Danilo Ricci. Mai avrei pensato di imbattermi in un pesce d'acqua dolce di quasi 2 metri di lunghezza sulle nostre spiagge, soprattutto mai avrei pensato di affrontare tali articolate procedure di rimozione e smaltimento. Fosse stato un pesce protetto la situazione sarebbe stata facilmente gestita dalla Capitaneria di Porto, ma la combinazione pesce d'acqua dolce morto a mare di categoria non protetta e spiaggiato fa si che non rientri nelle competenze della Capitaneria di Porto. Da lì una estenuante giornata passata al telefono. Tutto incredibilmente complicato, mentre gli agenti della Capitaneria prima e della Polizia Locale poi presidiavano l'animale morto poi rimosso dal Centro Carni".

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Altro caso, invece, a Stagni come documenta il consigliere Francesco Vitolo: "L'intensa perturbazione atmosferica dei giorni scorsi ha avuto effetti nefasti su una parte della fauna ittica dei canali di bonifica del nostro territorio. Come si evince dalle foto allegate c'è stata una moria di pesci di grossa taglia le cui carcasse si trovano nei pressi del vascone di accumulo delle idrovore del CBTAR in zona Stagni. Dietro segnalazione del Municipio i Carabinieri Forestali coadiuvati dai tecnici dell’Arpa hanno prontamente eseguito un sopraluogo per constatare i fatti".

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"La peculiarità della morte dei soli pesci di grossa taglia porterebbe a ipotizzare una causa selettiva che escluderebbe l’avvelenamento. Fenomeni simili sono infatti comuni nei corsi d'acqua a causa delle piene che dilvando i terreni generano una una condizione di ipossia per la forte sospensione e trasporto di fanghi associate sopratutto se associati a condizioni di caldo intenso. - spiega - Per i pesci più grandi può quindi accadere che la successiva scarsità di acqua dovute nel nostro caso alle portate sollevate dalle pompe abbia soffocato degli esemplari rimasti intrappolati tra alghe e fanghi. Chiaramente queste sono supposizione rispetto alle quali aspettiamo il parere delle autorità competenti che stanno accertando i fatti".

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