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Infernetto Infernetto / Via dell'Infernetto

Maltempo: Roma è salva, ma l'Infernetto è in ginocchio

I residenti: Qui siamo come gli alluvionati, siamo senza corrente da una settimana. Alemanno non sa neanche come si chiama questo quartiere”

Tutto il timore per il maltempo che si sarebbe abbattuto oggi sulla capitale si è risolto, almeno per la prima metà della giornata, con qualche disagio nelle prime ore della mattinata. Poi, complice il cessare della pioggia, l'allarme è rientrato e a Roma è tornata la serenità. C'è un quartiere però dove non si sorride: è quello dell'Infernetto che già il 20 ottobre scorso fu duramente colpito dal nubifragio che tolse anche la vita a un uomo di 38 anni e che ancora oggi porta i segni del maltempo di cinque giorni fa.

Giardini con dentro accatastati e sparsi televisori, vestiti, scarpe, quadri, mobili e sedie. Cantine con muri e finestre completamente distrutti e pavimenti pieni ancora di detriti. Sono tante le famiglie che continuano a lavorare per cercare di rimettere a posto le loro villette devastate dalla furia della pioggia: "Qui siamo come gli alluvionati - ha detto nervosamente una signora - e nessuno ci pensa. Siamo senza corrente da una settimana e mai un attimo di pausa. Le nostre case distrutte: mobili da buttare e muri che non esistono più. E' tremendo".

Sui cancelli di alcune ville sono state messe ad asciugare delle scarpe, qualcuno ha invece posizionato dei sacchi di sabbia vicino porte e finestre mentre altri hanno raccolto in sacchi neri di immondizia tutti i vestiti, completamente fradici. "In casa sono entrate delle cascate - ha raccontato Bruno Mancini che abita all'Infernetto da circa otto anni - Non si riusciva a fermare l'acqua e il fango. Sono stati attimi orribili". Mancini era il vicino di casa del giovane immigrato dello Sri Lanka morto annegato nel suo appartamento: "Era sceso per prendere forse dei documenti - ha detto Bruno mentre indica la stanza del vicino ora visibile da casa sua perché un muro è stato completamente distrutto dall'acqua - ed è rimasto intrappolato lì. Qui galleggiava tutto".

"Non è venuto nessuno qui a vedere come stiamo. Alemanno non sa neanche come si chiama questo quartiere - si è lamentata un'anziana - Qui siamo abbandonati". "Qui vogliono ancora costruire case mentre le opere primarie non le fanno - ha commentato una signora - Fanno solo gli interessi dei costruttori". E c'è chi, in un attimo di pausa, si ferma davanti la porta di casa ed immobile fissa quel che resta dopo il nubifragio: "Fotografie, gioielli, orologi. Tutti ricordi che ho perso. Quarant'anni di vita spazzati via dalla pioggia e spariti nel nulla".

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