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Ostia e la maledizione dello sport: Giannattasio senza collaudo e palestre chiuse

Le società di basket, rugby e danza del territorio lamentano ritardi burocratici che stanno impedendo il regolare svolgimento dell'attività sportiva. Al Giannattasio manca il collaudo del Coni

MANCA IL COLLAUDO DEL CONI - Ebbene a quasi tre mesi dall'inaugurazione in pompa magna e a due mesi dalla fine dei lavori di rifacimento della pista, dell'impianto di irrigazione e del rifacimento del manto erboso, i bambini e ragazzi della scuola Fidal di atletica leggera ad Ostia non possono usufruire della tanto sospirata pista, oggetto di tante mobilitazioni cittadine perché una problematica legata alla tubazione dell'impianto di irrigazione impedisce la sua agibilità. 

Oltre al problema idrico va rifatta anche la piazzola del salto con l'asta va rifatta perché troppo lunga. Gli atleti, al momento, quindi sono costretti ad allenarsi in un area verde all'interno dello stadio ex Stella Polare con la possibilità di infortuni e con i genitori, ovviamente, indignati per il grave disservizio. Per di più, per colpa di un intoppo burocratico, manca anche l'ok del Coni che, a giorni, assicura il collaudo annunciato. Dopo di che ci sarà poi anche un ulteriore passaggio. Il Comitato Olimpico dovrebbe poi restituire il complesso del Giannattasio al proprietario, il Comune, pronto a metterlo a bando. 
 

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PROBLEMI PER IL RUGBY - Nel frattempo la Nea Rugby Ostia, società sportiva che "vive" nel Giannattasio resta in panchina e, in una nota, sollecita: "Stiamo sollecitando quotidianamente tutte le Istituzioni affinché sia riconsegnato nel breve termine l'impianto in tutta la sua completezza e permetta ai nostri atleti ed a tutta la collettività del X Municipio di usufruirne appieno. Vogliamo far presente a tutti i nostri atleti che il perdurare dell'impraticabilità del campo centrale dello stadio Giannattasio non è dipeso dalla nostra volontà, ma dalla mancanza delle necessarie certificazioni di agibilità della ditta appaltatrice dei lavori e dalla conseguente riconsegna dell'area interessata da parte del Coni a Roma Capitale, proprietaria dell'impianto".

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