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Agguato ad Ostia: si indaga per capire il movente

Interrogati i colleghi del pediatra per capire se ci fossero stati problemi con pazienti in passato. Sentita anche la moglie di Giuseppe Pingitore che è in rianimazione, ma non rischia la vita

E' ancora grave, ma non in pericolo di vita, Giuseppe Pingitore, il pediatra di Ostia ferito martedì sera nel parcheggio del Grassi a Ostia. La fiocina con cui è stato ferito e che ha trapassato la schiena emergendo dall'addome, ha danneggiato la capsula superiore del rene sinistro ma, fortunatamente, non ha toccato fortunatamente altri organi vitali.

I medici, nonché colleghi del Pingitore, mantengono la prognosi riservata, ma nutrono la speranza che già oggi, al termine della sedazione forzata, possa essere trasferito nel reparto di Chirurgia.

Gli inquirenti intanto indagano per ricostruire l'episodio e capire chi possa essere stato l'esecutore dell'aggressione. Dalla ricostruzione sembra che il killer abbia agito prendendo alle spalle Pingitore, che quindi non l'avrebbe visto in faccia. L'aggressore conosceva i movimenti del pediatra, tanto da essere certo che la sua auto era parcheggiata in largo Giambattista Bottero e che il suo turno di guardia sarebbe terminato per le 21.

Si suppone quindi che il killer conoscesse il pediatra. Anche per questo gli inquirenti ieri hanno provato a capire quale potessero essere gli scheletri nell'armadio dell'uomo. Si è pensato da subito a qualche problema con passati pazienti, ma dall'interrogatorio del primario del Grassi non sono emersi particolari problemi con pazienti negli ultimi due anni.

Sentita anche la moglie del primario per capire se vi fossero problemi a livello familiare. Nulla sarebbe emerso di particolarmente utile per arrivare all’autore del folle gesto.
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